L'ultimo sbarramento difensivo della ritirata tedesca: le postazioni della Blaue Linie (VoralpenStellung)
Uno sbarramento di bunker e casematte interrate per impedire l'ingresso degli Alleati nel territorio del
Reich
Il Promontorio di Reamòl fu scelto per il tratto gardesano della Blaue Linie, l'estrema linea difensiva voluta
da Hitler negli ultimi mesi di guerra: una linea di oltre 400 chilometri dalla Svizzera alla Yugoslavia che avrebbe
dovuto fermare l'avanzata alleata prima che potesse metter piede da sud nel territorio del Reich.
Allestita solo parzialmente, fu poco interessata da combattimenti in quanto fu raggiunta solo negli ultimissimi
giorni di guerra: sul tratto gardesano si ebbero gli ultimi scontri per la presa di Riva con l'avanzata sulle due
sponde e la Battaglia delle Gallerie, nel corso della quale fu effettuato anche uno sbarco in prossimità di
Reamòl.
Mentre sulla sponda orientale gli ultimi chilometri furono aspramente contesi dai difensori tedeschi, che
costrinsero la Decima Divisione da Montagna Americana a prendere una alla volta le gallerie, minate, difese e fatte
saltare in due giorni di scontri.
L'Organizzazione Todt sfruttò il gradiente di Reamòl, in particolare il profondo vallone del torrente, per
posizionare numerosi bunker interrati con lo scopo di sbarrare la strada Gardesana.
Le postazioni furono dislocate secondo lo schema di difesa elastica in profondità ormai ben padroneggiato dai
tedeschi, con postazioni distanziate ma in grado di darsi reciproco supporto di fuoco.
Venivano impiegate postazioni in cemento armato, realizzate secondo progetti standard
perfettamente definiti e progettati per esigenze svariate (postazioni per cannoni, mortai, radar...); i
progetti normalizzati erano raccolti in cataloghi, corredati di tutti i dettagli costruttivi e dei
quantitativi di materiali necessari. Si trovano migliaia di postazioni pressochè identiche realizzate dalla
Normandia alla Sicilia.
Il risultato era una posizione molto defilata, quasi invisibile e di elevata resistenza, dalla quale il
personale poteva combattere efficacemente anche in condizioni di assoluta inferiorità numerica e contro il totale
dominio dell'aria, come fu necessario ai tedeschi durante tutta la difesa della Penisola.
A Reamòl si possono localizzare in particolare due postazioni "Tobruk": piccole casematte interrate con vano
ricovero e una camera di combattimento ottagonale con la volta aperta da un foro circolare nel terreno.
Devono il nomignolo al fatto che i Tedeschi trassero ispirazione da postazioni simili realizzate dagli Italiani
durante la difesa di Tobruk e ne fecero un progetto standard che ufficialmente chiamavano "RingStand" (Postazione
ad anello).
I due Tobruk d Reamòl sono defilati fuori dalla vista diretta di un assalitore proveniente lungo la Gardesana: è
quindi presumibile che fossero equipaggiate con un mortaio ciascuna.
Il personale era invece alloggiato in un vicino ricovero costituito da un camerone rettangolare di circa 4x8
metri, interrato e protetto da una lastra di cemento armato spessa quasi un metro.
Una mezza dozzina di casematte interrate e ricoveri in cemento sono scaglionati in profondità:
alcune sono costituite da una camera ricovero interrata (circa 3x5 metri) con un ingresso principale e un
accesso di sicurezza costituito da un pozzo semicircolare in cemento che consentiva di raggiungere la
postazione di combattimento mediante gradini di ferro.
Le postazioni sono collegate da una rete di piccole strade, ormai quasi cancellate.
I percorsi, con mappe, foto e un inquadramento storico e tattico, sono illustrati nella guida all'esplorazione al complesso.
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