Del sistema difensivo fanno parte numerose batterie di artiglieria, sia obici di piccolo e medio calibro
posti in barbetta sui crinali dominanti, sia armi a tiro curvo dislocate nelle linee più arretrate: le batterie
erano impiegate per la difesa diretta del valico e per il tiro di controbatteria verso le artiglierie
austriache del Nozzolo, del Cadria, sulle cime del Monte Parì, Cima d'Oro e della Rocchetta, oltre che sui
pezzi ben protetti nei forti blindati di Riva, in particolare il Brione.
Le postazioni sono raggiunte da strade, in buona parte conservate, di calibro sufficiente al transito dei
pezzi.
Presso le piazzole, riservette e ricoveri scavati nel terreno o, dove possibile, nella roccia.
Alcune postazioni, normalmente in posizione rilevata e dominante, erano adibite al tiro contaereo con pezzi da
campagna di piccolo calibro montati in modo da poter brandeggiare sopra un basamento di cemento che ne
consentiva il puntamento con alzo quasi verticale.
Diversi pezzi di piccolo e medio calibro erano ricoverati in camere di combattimento incavernate, con strette
feritoie svasate rinforzate in calcestruzzo e spesso scudate in acciaio.
Dove il terreno non consentiva
l'incavernamento, furono realizzate trincee e postazioni per mitragliatrici blindate in calcestruzzo e in
origine dotate di copertura verticale per riparare il personale da shrapnel e tiro aereo.
In un settore piuttosto povero di materiali pregiati come acciaio e cemento, l'area di Passo Nota ospita alcuni
dei manufatti più massicci e ben conservati. Un esempio è il trincerone blindato posto direttamente a ridosso del
valico, ma interessanti e meno note sono alcune casematte e fucilerie e diverse postazioni per mitragliatrice.

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