Nel punto in cui la raggiungiamo si biforca anche in un ramo carreggiabile verso Est, molto ampio,
che raggiungeva il caposaldo di Dosso Pennalever: mentre di questo non sono state ritrovate tracce, dopo solo 300
metri è invece possibile individuare a Nord della strada un promontorio roccioso nel quale sono ricavate due
riservette in caverna e sulla cui sommità sono individuabili le piazzole in barbetta di una batteria di
artiglieria.
Per ritornare al rifugio possiamo invece seguire il ramo Sud (Segnavia 421) che raggiunge la strada principale
(Tremalzo-Nota-Guil) esattamente in corrispondenza del Passo, segnalato da una bandiera metalllica Rossa posta a
ricordo dello scontro con cui gli Schutzen Trentini misero in fuga le truppe Francesi.
Basta seguire la carreggiabile verso Ovest per ritrovarsi in breve al Rifugio Alpini.
Il caposaldo del trincerone, il cimitero di Guerra e l'ospedale
Questo è il classico giretto che più o meno tutti conoscono e percorrono: basta scendere dal Rifugio in
direzione Sud risalendo il pendio opposto lungo un sentiero ben segnalato in direzione dei ruderi ben visibili di
un trincerone in calcestruzzo che cinge la sella tra due alture: la struttura, dotata di numerose feritoie di
fucileria, era originariamente protetta da una copertura superiore. All'estremità Est, una struttura moderna con
campana non fa parte del complesso difensivo.
Meno evidente è il fatto che il trincerone prosegue in entrambe le direzioni sotto forma di trincea in terra
parzialmente ricoperta; in particolare il tratto ovest cinge completamente la sommità dell'altura, rinforzato da
una casamatta di cemento di cui restano ruderi degradati ma ben riconoscibili.
Scendendo la valletta alle spalle del trincerone, il fianco destro dell'altura mostra diverse bretelle di
collegamento che portano ai resti di alcuni ricoveri scavati in galleria (oggi visibili solo un paio di ingressi
rinforzati in calcestruzzo).
Scesi fin quasi alla strada si supera un cimitero di guerra, rimaneggiato in tempi successivi, che ospitò
temporaneamente i corpi di soldati e operai morti in quest'area, in particolari una dozzina periti nell'incendio di
una baracca. Nessuna salma è oggi presente, restano solo un paio di lapidi commemorative.
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