In corrispondenza della strada si apre un grosso ricovero in caverna, malamente riadattato in tempi
recenti a grande barbecue, chiuso da un cancello.
Sul lato opposto su apre un grosso spiazzo erboso con alcuni ruderi di edifici in pietra: qui era posizionato un
importante centro di vita, in particolare un ospedale di prima linea; sul lato monte della strada si indovina una
cisterna interrata che ancora raccoglie acqua.
Seguendo la strada verso Ovest si rientra in circa 1km al Rifugio Alpini.
Postazioni antiaeree e casematte di Cima Bandiera
Questo itinerario si svolge principalmente fuori sentiero e in terreno boschivo in pendenza; richiede quindi una
certa preparazione ed esperienza per il ritrovamento dei manufatti.
La descrizione dettagliata con alcune utili coordinate GPS è contenuta dalla guida.
Il punto più interessante per iniziare è presso il Passo Nota, poco più a nord della bandiera metallica che
ricorda lo scontro tra Shutzen e Francesi: bisogna inerpicarsi qualche decina di metri sul versante Est della
valletta per individuare un camminamento che sale il fianco dell'altura verso Ovest, ben scavato, per guadagnare
poi la sommità piegando a nord, dopo uno sviluppo di circa 800 metri.
Sono a tratti visibili i resti di una copertura protettiva antischegge e gli ingressi di alcuni ricoveri scavati
nel pendio.
Lasciando il camminamento dopo circa 500 metri e raggiungendo la sommità di Cima Bandiera si individuano alcune
postazioni con resti di opere in calcestruzzo: una di queste ospitava probabilmente un proiettore fotoelettrico con
generatore, mentre a pochi metri di distanza il basamento troncoconico in cemento identifica una postazione per
cannone antiaereo in corrispondenza della quota più alta.
L'intero crinale è percorso da trincee ancora ben conservate disposte su due fronti e collegate da bretelle di
collegamento, una delle quali conduce, sul versante SueEst, ai resti di un grande baraccamento in muratura.
L'estremità NorEst del crinale è solcata da un reticolo di trincee, sempre su due ordini, e in corrispondenza
della selletta il collegamento era assicurato anche da una rete di tunnel in terra, alcuni dei quali ancora
percorribili.
Sono dislocate qui le due postazioni principali, costituite da due grandi casamatte in calcestruzzo, con pareti
di spessore superiore al metro e ampie feritoie per il tiro con armi automatiche; presso una delle due, la culla in
cemento che alloggiava l'arma è stata incisa con un reticolo graduato che ne consentiva l'impiego in assenza di
visibilità, mentre nella seconda postazione si intravedono i resti dell'incisione probabilmente relativa alla
sezione mitragliatrici che la occupava.
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