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Mappe, tracce GPS, immagini georeferenziate. Panorami e percorsi di visita: cosa vedere, dove
mangiare, dove alloggiare.
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LE RAGIONI DEL PROGETTO
L’idea di mappare sistematicamente e dettagliatamente le posizioni fortificate nell’area origina da
considerazioni sul patrimonio esistente e le potenzialità a esso connesse.
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PRESENZA SUL TERRITORIO– La presenza di trincee, sentieri, mulattiere, strade, postazioni e forti in caverna è capillare e interessa
un’area estesa. L'intero confine settentrionale del Parco ricalca la linea di apprestamenti di
montagna collegati dalla dorsale Tombea, Caplone, Tremalzo, Nota, Guil, ma tutto l'entroterra è
percorso dalle linee fortificate di rincalzo e dalla fitta rete della viabilità di arroccamento e
approvvigionamento.
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VALENZA STORICO-CULTURALE– La zona dell'Alto Garda è stata teatro di guerra con azioni di acceso combattimento
concentrate sulle linee trincerate della Val di Ledro e sull'approccio verso Riva (Tagliata del
Ponale), con strutture significative ben documentate e valorizzate nell'area trentina. Esiste però un
complesso sistema difensivo di batterie di artiglieria ed apprestameti di seconda linea intensamente
approntato per reggere l'urto di un'eventuale sfondamento da nord: questo occupa buona parte del
Parco e relativi Comuni, non è stato direttamente teatro di battaglia ma ha segnato il territorio in
modo capillare e significativo.
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VALENZA TURISTICA (escursionismo) – La rete delle strutture fortificate costituisce una
maglia di itinerari di grande valore storico e paesaggistico. Esiste un pubblico numeroso, di
provenienza nazionale e internazionale, appassionato di storia militare e interessato a ripercorrere
gli itinerari delle grandi guerre e a visitarne le strutture. La più parte di questo potenziale
pubblico unisce alla passione storica la pratica sportiva e turistica, facendo di questi tragitti
attraenti percorsi per trekking, mountain bike e, con debita regolamentazione, anche mezzi
motorizzati.
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Un ulteriore vantaggio delle fortificazioni in Alto Garda rispetto ad altre aree è la
relativa accessibilità dei manufatti, dislocati a quote modeste e ben collegati da strade facilmente
percorribili e interessanti in quanto panoramiche e sterrate, accessibili anche a un turismo non
estremo per preparazione fisica: zone più rinomate (Dolomiti, Adamello, Pasubio, i fronti di Guerra
in Montagna) richiedono invece di accedere a quote importanti (2500-4000 m) superando distanze e
dislivelli che scoraggiano una buona percentuale di potenziali fruitori.
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DEGRADO (in corso) – Buona parte di questi insediamenti è ancora ben conservata e integra ma
soggetta a un progressivo deterioramento e destinata a scomparire per mancanza di manutenzione,
erosione, crolli e per la crescita della vegetazione. La valorizzazione turistica potrebbe invertire
questo degrado.
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CARENZA DOCUMENTARIA – Il materiale esistente relativo agli insediamenti fortificati della zona in oggetto –
mappe, cartografie, libri, siti, …. – segnala unicamente le grandi strutture trentine – come le
installazioni della Val di Ledro e dei dintorni di Riva, visitate ogni anno da migliaia di turisti – e tralascia quasi completamente queste fortificazioni considerate “minori” e ormai note
solo localmente.
| Caposaldo Monte Bestone Postazioni Natone Caposaldo artiglieria Bezzecca
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